Grottole (Ieròttele in dialetto locale) è un comune italiano di 2.079 abitanti della provincia di Matera in Basilicata. Con un territorio esteso circa 11.000 ettari, Grottole è situata tra due fiumi: il Basento ed il Bradano, nel quale confluiscono due grossi ruscelli denominati Rovivo e Bilioso. Parte del suo territorio rientra nella Riserva regionale San Giuliano. Lungo il versante che si affaccia sulla valle del Bradano si estende un'area boschiva denominata bosco Le Coste. Il centro abitato ...
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Cutturidd: un secondo piatto a base di carne generalmente di pecora cotta in umido, con verdure e aromi.
Carlo Cecere (Grottole 1706-Napoli 1761): musicista e compositore italiano. Compose soprattutto opere comiche ispirato dai libretti di Pietro Trinchera. Conosciuto per aver composto le musiche proprio di un’opera di Trinchera, "La tavernola abentorosa".
Dalla Magna Grecia ai Sanseverino:
Ritrovamenti archeologici dimostrano che Grottole è uno dei paesi più antichi dell’intera regione. Il nome dovrebbe derivare dal greco Kruptai, cioè luoghi nascosti o anche dal latino Cryptulae, grotticelle ed erano infatti chiamati in questo modo i loca...
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Il centro storico di Grottole è tra i più suggestivi della provincia, fatto di stradine, scale, vicoli ed archi che si susseguono in salita diramandosi tra le antiche case chiamate “jrutt” su un unico piano, fino ad arrivare al castello feudale sulla sommità della collina Motta.
Si dice sia stato costruito su volere del principe longobardo Sichinulfo di Salerno nell’851. Quel che rimane oggi dell’edificio è la torre centrale quadrata e qualche ambiente interno dove ci sono affreschi, un camino nella stanza precedente alla torre. Agli inizi dell’Ottocento il castello era composto da 13 stanze ai piani alti, 6 nei piani inferiori oltre ad una stalla ed una cantina. Il castello è anche sede della leggenda di Abufina, la dolce dama considerata la più sfortunata del paese. La fanciulla era solita attendere alle sue faccende quotidiane quando un messaggero le consegnò una lettera in cui il suo amato, che combatteva in terre lontane, la reclamava. Abufina per correre incontro al suo amore saltò sul destriero il quale accecato dalle bianche pietre del Basento scivolò e la povera donna fu trasportata dal torrente.
Nel centro storico si possono visitare i resti della chiesa, chiamata per via delle sue condizioni, Diruta. La chiesa fu costruita durante l’arco di vari secoli, iniziati nel 1500 e poi continuati fino al 1700 circa. All’interno della chiesa furono celebrati riti fino al 1760 e successivamente, come una buona parte del paese fu completamente abbandonata. Oggi della chiesa rimane un imponente rudere che nonostante le sue condizioni lascia ben intuire la sua passata grandezza.
La chiesa madre sorge in uno dei punti più alti. L’interno è suddiviso in tre navate e custodisce una tela di scuola napoletana. L’opera prende il nome di Distruzione dei Rosari, di Carlo Sellitto. Originariamente la tela comprendeva 15 pannelli ma nel 1980 furono tutti trafugati, tranne uno ed oggi infatti rimane solo quello dell’Ascensione di Maria al cielo. Fu donata nel XVI secolo ai frati domenicani e per trecento anni fu gestita dai frati dell’ordine di San Domenico che costruirono il convento annesso.
L’area naturale protetta della Basilicata si colloca tra i comuni di Matera, Miglionico e Grottole. Dal 1989 il WWF Italia ne ha ottenuto la gestione istituendovi l’oasi. Nel 2006 sulle sponde del lago San Giuliano è stato rinvenuto lo scheletro di una balena lungo 27 metri del periodo pleistocene.