Melfi è un comune italiano di 17.108 abitanti della provincia di Potenza, in Basilicata. Costituita da un centro storico di aspetto complessivamente medievale, la città è diventata un importante centro industriale ed è sede di un gran numero di imprese. Il polo industriale di San Nicola di Melfi, sorto nei primi anni novanta, ospita la fabbrica automobilistica SATA, il più avanzato stabilimento del gruppo FCA in Italia, basato su sistemi innovativi d'automazione delle fasi produttive e sull'or...
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A Melfi si produce un olio tra i più apprezzati in quanto prodotto con una qualità di olive particolare che cresce su un terreno vulcanico, l’oliva Ogliarola del Vulture. Tra i prodotti tipici vi è anche il Marroncino di Melfi, una castagna grande e tonda utilizzata soprattutto per le caldarroste.
Pasquale Festa Campanile (Melfi 1927- Roma 1986): regista e sceneggiatore italiano. Tra le sue opere quelle di maggior successo riguardano la commedia italiana. Nel 1973 dirige Adriano Celentano nel “Rugantino” e da li inizia una fruttuosa collaborazione con il cantante che dirigerà anche in “L’emigrante”, “Qua la mano” e “Bingo Bongo”.
Melfi, la città di Federico II:
Alcuni ritrovamenti mostrano che Melfi fosse abitata già nell’età del ferro e che successivamente alla caduta dell’Impero romano vi subentrarono i bizantini e i longobardi fin quando con i Normanni la città visse il suo periodo di maggior splendore. Venne s...
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Nel centro di Melfi svetta il castello normanno-svevo e tutto il borgo vanta una cinta muraria con torrioni d’avvistamento tra le più belle d’Italia. Oltre gli esempi di arte religiosa sparsi in tutto il centro, è possibile ammirare la bellezza delle chiese rupestri. Melfi è anche la meta perfetta per gli appassionati di falconeria, delle castagne e dell’inconfondibile gusto dell’Aglianico del Vulture DOC.
Considerato tra i più grandi del sud Italia il Castello di Melfi venne nel corso dei secoli rimaneggiato diverse volte: fu costruito da Roberto il Guiscardo, ampliato da Federico II e dotato di altre torri da Carlo I d’Angiò. Composto da dieci torri e quattro ingressi vi si accede attraverso un ponte che era levatoio. Nel cortile principale si trovano il palazzo baronale e la cappella gentilizia. Al suo interno oggi si trova il Museo Archeologico Nazionale del Melfese ed al suo interno è custodito il famoso Sarcofago di Rapolla, un sarcofago romano rinvenuto nel 1856.
La porta è l’unico degli originali sei accessi alla città ancora esistente e si trova lungo la magnifica cinta muraria. La cinta conserva ancora i torrioni di avvistamento normanni e la porta è in stile gotico con un ortale a sesto acuto ed un architrave sorretto da capitelli a tronco di piramide rovesciata. Al lato della porta si trovano due bastioni del quattrocento che furono posizionati per aumentare le capacità difensive.
Dell’edificio normanno originale si conserva solo il campanile. La differenza tra l’edificio e la torre del campanile è infatti netta ma probabilmente la bellezza e l’originalità attuale del duomo si deve proprio a questo connubio di stili. La chiesa ha tre navate con un soffitto a cassettoni dorati. Il campanile ha pianta quadrata ed è diviso su tre piani ognuno die quali decorato da teste di leoni in pietra bianca.
Diverse sono le chiese rupestri nel circondario di Melfi, di cui ne citiamo alcune: - Chiesa rupestre della Madonna delle Spinelle: scoperta nel 1845 a seguito di una frana, ne resta solo la cappella terminale (resti della navata furono spianati negli anni settanta per creare un piazzale antistante) di pianta esagonale con sei semicolonne che sostengono un cornicione. In era medievale era una parte della Basilica di Santo Stefano, una costruzione paleocristiana con più navate e cappelle annesse. Secondo alcune leggende, in parte confermate, vi era un lungo cunicolo sotterraneo che collegava il complesso con il Castello. Fu luogo di varie riunioni e congressi e si sostiene che da questa struttura partirono i soldati normanni capeggiati da Boemondo per la prima Crociata in Terra Santa. - Chiesa rupestre di Santa Lucia: Situata in contrada Giaconelli, a metà strada tra Melfi e Rapolla, è costituita da un solo ambiente con volta a botte. Gli affreschi della cripta, risalenti al XIII secolo e restaurati dal pittore prof. Tullio Brisi, presentano uno stile prettamente bizantino e illustrano le storie della santa. Inoltre vi è una raffigurazione della "Madonna con Bambino" seduta su trono mosaicato, tipica opera bizantina. - Chiesa rupestre dello Spirito Santo: Interamente scavata nella roccia, si trova a circa 900 metri di altezza tra i boschi del Monte Vulture. Conserva una statua della madonna, che viene portata per le vie della città durante la festa della Pentecoste in memoria della battaglia tra francesi e spagnoli a Melfi.
Piazza Umberto I
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