A Tursi uno dei luoghi di maggior fascino è sicuramente la storica Rabatana, il primo nucleo abitativo del borgo. Fu distrutto durante le invasioni barbariche e successivamente plasmato dai Saraceni.
Arancia Staccia: è una composta, una marmellata dalla storia antica, si narra infatti tra le varie legende che sia strettamente collegata con l’arrivo dei Saraceni a Tursi. Viene prodotta con la buccia dell’arancia tipica del posto che ha una forma particolare, appiattita ed ha un gusto amarognolo.
Albino Pierro (Tursi 1916- Roma1995): poeta dialettale candidato al Nobel per la Letteratura due volte, nel 1986 e nel 1988. Il suo amore per le origini tursitane lo ha trasmesso in ogni sua opera, dedicando alla terra natia alcuni dei versi più toccanti della letteratura moderna. Le sue opere sono state tradotte in molte lingue.
Tremila anni di storia:
Tursi si dice sia stata fondata attorno l’ano 1000 a.C. ed in origine era chiamata Pandosia. Il piccolo centro fu poi distrutto dal generale romano Lucio Cornelio Silla e dalle sue rovine nacque in epoca cristiana Anglona, poco distante dall’attuale centro abitato ...
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A Tursi uno dei luoghi di maggior fascino è sicuramente la storica Rabatana, il primo nucleo abitativo del borgo. Fu distrutto durante le invasioni barbariche e successivamente plasmato dai Saraceni.
I resti del Castello sono visibili da Piazza Maria Santissima di Anglona e durante gli scavi sono stati rinvenuti scheletri, tombe e frammenti di anfore. Stando ad alcuni documenti del cinquecento, il castello gotico pare sia stato abitato fino al XVI secolo. Si narra anche che esistesse una via sotterranea che conduceva la Chiesa di Santa Maria Maggiore proprio nella Rabatana, fino al castello.
Il centro storico di Tursi ed uno dei più suggestivi della regione. Il suo nome si deve agli Arabi ed ancora oggi per le strade, nei vicoli, nell’architettura delle abitazioni è fortemente impresso il loro stile e la loro cultura. Il nome deriva da Rabat, tana. Ci sono al suo interno resti delle abitazioni di un tempo, stradine strettissime e caratteristiche; il borgo si raggiunge da una gradinata ripida che si colloca su burroni, chiamati da Pierro, “petrizze”.
All’interno dell’abitazione del poeta si trova il parco a lui dedicato. Dal parco si gode della vista su tutta la Rabatana e sul Santuario, all’interno invece dell’abitazione è stato adibito un museo dove si ammirano dipinti di artisti lucani che sono stati ispirati dalle poesie di Pierro.
Il Santuario è di origine romanica ed è stato definito Monumento nazionale nel 1931. La chiesa all’interno ha bassorilievi e vi si accede attraverso un arco in tufo. Divisa in tre navate custodisce all’interno dipinti del Nuovo e Vecchio testamento. Tutta la zona che circonda il Santuario per la sua bellezza ed il senso di pace che infonde è spesso meta di pellegrinaggio per via dei riti mariani lucani.