Balvano (Balvànə o Valvànə in dialetto lucano) è un comune italiano di 1 726 abitanti della provincia di Potenza in Basilicata. Sorge a 425 m s.l.m. nella parte nord-occidentale della provincia al confine con la parte nord-orientale della provincia di Salerno. Confina con i comuni di: Ricigliano (SA) (9 km), Vietri di Potenza (11 km), Romagnano al Monte (SA) (12 km), Baragiano (15 km), Picerno (18 km), Bella (20 km) e Muro Lucano (25 km). La storia di Balvano è purtroppo segnata da due tragic...
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Cavatiedd: tipica pasta fatta in casa generalmente condita con sugo e una grattugiata di pecorino.
Bresciano Girolamo di Pietragalla: pittore del XVII secolo. Non vi sono notizie biografiche certe ma da alcuni scambi epistolari con dei committenti, si presuppone abbia lavorato in un periodo compreso tra il 1628 e il 1645. Discepolo del Pietrafesa subisce visibilmente l’influenza della pittura napoletana. Pittore di spicco lucano ha ornato alcuni tra i più importanti monumenti di Balvano, Brindisi di Montagna e Castelmezzano. Le sue caratteristiche pittoriche sono da rintracciarsi nella simmetria e nel bilanciamento dei colori.
Le origini del nome:
Le ipotesi sull’origine del nome Balvano sono due. Stando alla prima deriva da un “Fundus Balbiani” o “Praedium Balbanum” cioè un fondo rustico appartenente alla famiglia Balbia. La seconda invece riporta la nomenclatura alla posizione topografica del paese e derivant...
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Il paese sorge nel territorio della comunità montana Marmo-Platano-Melandro avvolto dalle falesie lucane dove è possibile praticare arrampicate. Le rocce verticali fanno da sfondo al piccolo borgo storico dove svetta indisturbato il Castello Girasole, o meglio i suoi ruderi, circondato dalle bizzarre architetture paesane in cemento a vista, ornate da infissi fantasiosi, dai colori vivaci e comignoli che sembrano venir fuori da un racconto.
Del nucleo normanno originale risalente al X secolo non è rimasto molto. Quello che oggi si osserva è riconducibile soprattutto ai successivi ampliamenti avvenuti nel 1278, ma a causa dei moti tellurici che hanno devastato il paese, non è rimasto che qualche rudere, come le appena accennate due torri di vedetta risalenti all’impianto iniziale. Originariamente il fabbricato era circondato da una cinta muraria con una torre a base cilindrica posta a sud ovest e due corpi distinti. Uno era più basso e uno invece posto più in alto, entrambi in pietra, ai quali si accedeva tramite un androne ed una rampa a gradoni.
La chiesa ha subìto in seguito al terremoto del 1980 diversi rifacimenti. In origine l’ingresso principale era costituito da un portale in pietra del 1750 decorato con riccioli e volute da artigiani del posto. Al suo interno erano custoditi tre altari del XVIII secolo. I capitelli in stile ionico-corinzio, i fiori, il fogliame dorato e ogni piccolo particolare decorativo attingono direttamente dal barocco. Stando ai resti vi era anche una scultura lignea della Madonna del Carmine, qualche oggetto liturgico di scuola napoletana e ben 18 sculture.
Fu costruito nel 1591, poco distante dall’abitato, dai frati minori osservanti. Di notevole importanza sono l’antica cripta e gli affreschi. Nella prima sono stati rinvenuti resti umani e da alcuni reperti si è stabilito che l’ingresso ad essa era situato nel punto in cui sorgeva l’altare principale della chiesa. Gli affreschi invece sono situati nel chiostro del convento. Posizionati lungo le ventiquattro lunette, raffigurano San Francesco che riceve le stimmate, una santa francescana e le altre raccontano episodi di vita di Sant’Antonio. Dissipati nel resto del percorso vi sono quattro ovali con le quattro virtù, la raffigurazione di una Pietà e una volta a crociera con storie di vita di San Francesco. Si pensa che furono tutti eseguiti dal maestro lucano Girolamo Bresciano.