Filiano (F'liànə in dialetto lucano) è un comune italiano di 2.764 abitanti della provincia di Potenza in Basilicata. Il comune di Filiano è situato nella zona settentrionale della regione Basilicata e si estende su di un'area di 7.078 ettari, dei quali 3 000 sono aree boschive, 1.047 destinati al pascolo e la restante parte si divide tra zona urbanistica e zona rurale. Presenta un paesaggio prevalentemente collinare con limitate zone pianeggianti e di montagna. Il suo picco altimetrico è di 1....
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- Tra i prodotti tipici spicca il "Pecorino di Filiano DOP": un formaggio dal gusto deciso ottenuto dopo un lungo processo di stagionatura in grotte naturali. Il clima all’interno di tali grotte esalta le proprietà organolettiche del formaggio. - Un piatto tipico è "La cucia" : minestrone fatto con chicchi di grano, fave, ceci, fagioli, granoturco e cerali di ogni genere cotti al fuoco.
Francesco Ranaldi detto “Ninì”: archeologo a cui si deve la scoperta delle pitture rupestri in località Tuppo dei Sassi. Il ritrovamento fu di straordinaria importanza tanto da essere riportato sul London News nel 1966. A Ranaldi si devono inoltre, tra le tante attività di ricerca, i ritrovamenti di Serra di Vaglio, il primo allestimento della sede del Museo archeologico provinciale e fu anche il primo a gettare le basi dei lavori che un gruppo di ricerca fiorentino svolge nel bacino di Atella.
Dalle origini all’età moderna:
Il territorio di Filiano risulta abitato già 600 mila anni fa in epoca Paleolitica e ne sono prova i ritrovamenti artistici in località Tuppo dei Sassi. La storia filianese è da sempre legata a quella di Avigliano e infatti numerosi scritti riportano che gli...
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Il piccolo centro del Vulture Melfese è caratterizzato da una forma urbanistica particolare, si divide infatti in due centri ben distanti ed è per questo uno dei comuni geograficamente più caratteristici della provincia potentina. Filiano è molto conosciuta per il suo prodotto tipico, il Pecorino di Filiano DOP, protagonista di una rinomata sagra settembrina. Il piccolo centro possiede inoltre uno dei siti archeologici più importanti della regione: in contrada Tuppo dei Sassi si trovano pitture rupestri in ocra rossa risalenti al Paleomesolitico raffiguranti scene di caccia.
Il sito lucano è tra quelli che meglio testimonia la presenza umana in Basilicata in epoca Paleolitica e Mesolitica risalente a circa 12.000 anni fa. Il ritrovamento è situato su un ripiano roccioso conosciuto come Tuppo dei Sassi e riguarda la scoperta su una parete di roccia arenaria calcarea di un gruppo di pitture rupestri. Le pitture sono di colore rosso ed ocra e rappresentano gruppi di quadrupedi che sembrano ricordare cervi, alternate a figure antropomorfe. Si è dedotto che le esili figure fossero stare realizzate con le dita e la loro esecuzione mostra l’abilità di chi le ha effettuate, denotando un certo tipo di evoluzione concettuale in rapporto alla vita vissuta in quei luoghi.
Si tratta di un’oasi di pace all’interno di un fitto bosco di aceri, cerri e frassini in cui solitamente le famiglie si recano per trascorrere giornate all’insegna di scoperte naturali ed escursioni. Sono stati creati negli anni percorsi brevi da effettuare sia a piedi che in mountain bike. Da qui è stato reso accessibile un ingresso a località Tuppo dei Sassi proprio all’interno di una parte della riserva. Il posto è perfetto non solo per gli amanti della natura ma anche dell’archeologia.
La Chiesa si trova su un’estremità del paese e troneggia sulla Valle di Vitalba. Presenta un’ampia facciata in pietra con il lato destro affiancato da un bellissimo campanile imponente in pietra bianca lavorata. La piccola chiesa ha un’unica navata in fondo alla quale si trova un altare in marmo. La navata è sormontata da un soffitto a volte sorretto da pilastri ed è chiusa da due statue lignee, quella della Madonna del Rosario con il Bambino in braccio e quella del Sacro Cuore della Passione di Gesù.
La chiesa è la più antica del paese, costruita con una sola navata. Il soffitto a volte lungo tutta la navata è sorretta da pilastri e a fine navata si posiziona l’altare maggiore. Questo è dedicato alla Madonna del Rosario ed è interamente in marmo, a differenza degli altari dedicati all’Addolorata, all’Incoronata e a San Giuseppe che sono in muratura. Essendo la chiesa più antica è caratterizzata da un evidente senso di artigianalità.
La Riserva è nata nel 1972 con lo scopo di salvaguardare dei resti medievali, quelli dell’antica Acermontis. Si trattava di un centro abitato di cui oggi si può osservare solo qualche resto di cinta muraria. Stando ad una descrizione risalente al 1152 li si trovava un castello ed era un importante snodo stradale. Si sostiene che questo castrum fosse il punto di collegamento con il vicino castello di Lagopesole ed era possibile raggiungerlo attraverso uno snodo sotterraneo, in realtà l’ipotesi non è mai stata verificata. Accanto i pochi resti gli occhi dei visitatori godono di uno splendido paesaggio naturalistico che sovrasta la fontana di Spacciaboschi.
Filiano
05/09/2025 - 07/09/2025
La 51ª Sagra del Pecorino di Filiano DOP si terrà dal 5 al 7 settembre 2025. L'evento celebra un prodotto unico e la tradizione casearia di 30 comuni lucani. Riconosciuta come "Patrimonio Culturale In...
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